Si è svolta a Verbicaro la manifestazione organizzata dalla scuola primaria sul tema del femminicidio.
NOTA INTEGRALE
“Ha riscosso molto successo la manifestazione “Una panchina per Ilaria” organizzata dalla scuola primaria “Molinelli –Pantano” e dalla secondaria di primo grado in collaborazione con associazione “Prosit” e Proloco. All’evento hanno partecipato il sindaco Francesco Silvestri, l’assessore alla pubblica istruzione Annalisa Annuzzi, la docente Maria Gabriella Caria, in rappresentanza della dirigente scolastica dell’ istituto comprensivo di Santa Maria del cedro (Cs) gli alunni e una folta rappresentanza di genitori. La manifestazione ha inteso attirare l’attenzione sul delicato tema del femminicidio. “L’idea progettale- hanno spiegato gli organizzatori- nasce dalla necessità sempre più impellente di educare le nuove generazioni al rispetto della figura femminile sensibilizzando bambini e bambine alla parità di genere. Il percorso educativo intrapreso dall’Istituto Comprensivo di Santa Maria del Cedro voluto fortemente dalla dirigente Patrizia Granato, vuole puntare ad una nuova didattica che educhi alle relazioni. Perseguire la crescita personale e l’alfabetizzazione emotiva educa al rispetto non solo del sè ma dell’altro diverso da me. La storia di Ilaria Sollazzo raccontata dalla viva testimonianza delle sorelle Maria Pia e Giovanna ha suscitato profonda commozione e molte le riflessioni, ma soprattutto è emerso quanto sia importante parlarne. Ricca di interventi la manifestazione, il cui messaggio è stato pensato e organizzato dalla referente di bullismo e cyberbullismo Emilia Mezzatesta insieme alle docenti Rose Marie Farace, Laura Gentile e Antonio Ritondale, Marilena Silvestri, ha centrato diversi obiettivi offrendo spunti interessanti in tema di prevenzione, sensibilizzazione e ricerca della giustizia. Il tema della violenza, del femminicidio, dunque, raccontato nelle scuole da chi si è visto portare via un pezzo del loro cuore e della loro vita. Il messaggio di “Una panchina per Ilaria” vuole essere di monito per tutti. Educare all’empatia, riconoscere le proprie emozioni e combattere, allontanarsi da tutto ciò che può comportare un amore, tossico e malato. Attraverso la didattica laboratoriale delle arti terapie e dell’intelligenza emotiva gli organizzatori sono riusciti a rendere partecipi grandi e piccoli attraverso i dispositivi artistici della danza, della narrazione creativa, dell’arte e della musica”.