Delle braccia in mare che si ergono dall’acqua, un uomo dietro le sbarre, un bambino ed un anziano insieme.
Sono questi i co-protagonisti del presepe allestito nella Chiesa della Santissima Trinità di Scalea e inaugurato lo scorso 8 dicembre nella Festa dell’Immacolata Concezione.
Un gruppo di volontari della comunità, su impulso del parroco Don Fiorino Imperio, ha realizzato concretamente quanto chiede Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo che si apre oggi “Spes non confundit – la speranza non delude”.
“Nell’Anno giubilare – scrive il Pontefice – saremo chiamati ad essere segni tangibili di speranza per tanti fratelli e sorelle che vivono in condizioni di disagio”.
E così, accanto alla Sacra Famiglia di Nazareth, ci sono i segni concreti che dovranno accompagnare questo anno di Grazia. Da qui l’idea della sacra rappresentazione.
“Ascoltando la voce del Papa – riporta la leggenda del presepe della Santissima Trinità – abbiamo voluto far nascere il Signore tra questi segni: i poveri, i carcerati, gli anziani, gli immigrati. Le loro storie sono quelle di ognuno di noi e di chi ci vive accanto. E’ povero chi ha fame di cultura e non può permettersi di saziarla; è povero chi ha il pane e non sa condividerlo e moltiplicarlo. E’ anziano chi muore dentro ogni giorno perché non sente più la forza di sperare nel domani. E’ carcerato chi vive la costrizione di una vita non sua, chi si trova in una gabbia dorata di illusioni e parvenze”.
Il presepe sarà visitabile per tutte le festività netalizie nella Chiesa di località Pantano di Scalea.