L’Ente Parchi Marini Regionali predisponga le misure regolamentari per tutelare le grotte dell’Isola di Dino di Praia a Mare dai danni causati dalle imbarcazioni a motore.
E’ quanto chiede l’associazione ambientalista “Italia Nostra” – sezione alto Tirreno cosentino. Gli ambientalisti ricordano che finora la tutela delle Grotte, Zona Speciale di Conservazione, è stata garantita esclusivamente dalle Ordinanze emanate dalla Guardia Costiera di Maratea.
Nei prossimi mesi – conclude – Italia Nostra svilupperà, insieme con le associazioni presenti sul territorio, ogni possibile attività perché l’Ente per i Parchi Marini regionali si doti intanto delle misure regolamentari indispensabili ed urgenti per la gestione del Parco Marino Riviera dei Cedri.
IL POST INTEGRALE
Finora la tutela delle Grotte dell’isola Dino, Zona Speciale di Conservazione, è stata garantita dalle Ordinanze emanate dalla Guardia Costiera di Maratea, che stanno impedendo, pur tra qualche resistenza e trasgressione , che le barche a motore creino danno all’ habitat delle Grotte Marine.
Ancora carente è invece la presenza effettiva dell’Ente Parchi Marini Regionali che ha il compito di gestire le ZSC e di assicurare tutte le previste misure di conservazione. È di fondamentale importanza che tali misure vadano al più presto a regime per far si che nelle aree naturali protette siano ben chiare le attività consentite considerata l’elevata pressione turistica nei mesi estivi.
È da evidenziare che le azioni sono state già definite nei Piani di Gestione per ogni singolo habitat.
Infatti per quanto riguarda la tutela delle Grotte Marine dell’isola Dino è stata prevista una tempistica di intervento a breve termine considerata un’ importanza/urgenza molto elevata e non sono previsti costi in quanto tali interventi sono di natura regolamentare.
L’azione riferita alle grotte marine è così concepita: consentire l’accesso alle grotte ai soli natanti con mezzi condotti a remi, a pedali e con fuoribordo elettrico, purché con dotazioni per la protezione morbida delle fiancate ( unita’ pneumatiche o scafi con parabordi ). L’ingresso all’interno delle Grotte deve essere regolamentato. È fatto divieto dell’ancoraggio delle navi da diporto nei pressi delle Grotte. Si prevede successivamente l’istituzione di un’attività di vigilanza e controllo ambientale. Valutare la capacità di carico dei maggiori siti di immersione, allo scopo di definire il numero massimo giornaliero ammissibile di subacquei.
Quindi già tutto definito quasi nei dettagli. È necessario soltanto che l’Ente Parchi Marini Regionali, soggetto esecutore e promotore , nonché competente alla valutazione dei risultati, predisponga al più presto, considerata la elevata urgenza, le misure regolamentari o le ordinanze necessarie all’attuazione pratica di quando previsto nei Piani di Gestione.
Questo vale per l’habitat delle Grotte Marine dell’isola Dino ma potremmo dire altrettanto per l’adeguamento della rete sentieristica esistente per la fruibilità sostenibile della stessa isola, al divieto di avvicinamento all’Isola con imbarcazioni a motore e inibizione totale di accesso o avvicinamento nei periodi riproduttivi,ecc.
Nei prossimi mesi Italia Nostra svilupperà, insieme con le associazioni presenti sul territorio, ogni possibile attività perché l’Ente per i Parchi Marini regionali si doti intanto delle misure regolamentari indispensabili ed urgenti per la gestione del Parco Marino Riviera dei Cedri all’interno del quale sono ricomprese le Zone Speciali di Conservazione, Isola Dino, Isola di Cirella, fondali Isola Dino, fondali Isola di Cirella, nonché di tutte quelle misure ed interventi ritenuti urgenti per la tutela di queste aree naturali protette.